Resta la notte,
Spietata e affascinante,
resta la notte,
a farci paura con le sue ombre,
e rimane quel tempo
in cui tu te ne andavi,
senza voltarti, con le spalle tirate su,
e le mani in tasca, quasi a difenderti,
da quel mondo, che non ti voleva.
Resta il cammino
che tanto hai percorso,
resta la strada che hai misurato,
e perfino stamani, sotto il pallido sole,
mutevole, una goccia d’acqua,
rifletteva i tuoi colori.
O s s e r v a v o
il mite disegno dei tuoi occhi,
che mi circondavano ,
sotto le foglie di platano,
ci siamo salutati,
ridendoci negli occhi,
come nuova carezza,
per un prossimo giorno.
Così, non rimase che salutarci in fretta,
che si era fatto tardi,
ma non ti dissi nulla,
perché avevo paura
di quel nodo alla gola,
presente, attanagliante.
Gelosa premura le tue dita,
che sfioravano una ciocca,
quasi a liberare la mente
da fastidiosi pensieri.
Ti dissi ti amo,
cos’altro. . . ?
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