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sabato 28 giugno 2014

Arthur Schopenahuer

"Saremo felici abbastanza, se sarà rimasto ancora qualcosa da desiderare e verso cui tendere, affinchè sia mantenuto il giuoco del continuo passaggio dal desiderio alla sua soddisfazione e da questa ad un nuovo desiderio, il cui rapido decorso si chiama felicità, quello lento, invece, sofferenza; e non subisca quell'arresto, che si manifesta come noia tremenda, raggelante la vita, desiderio opaco privo di un oggetto determinato, soffocante languor."

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