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"Sono nato e cresciuto a Bagnoli. Mio padre lavorava come funzionario all’ex Eternit, dove l'amianto era ovunque. Vivevamo in un complesso di palazzine con altre quattro famiglie: oggi i superstiti sono pochi. Io, mio fratello e mia sorella giocavamo con le vasche d’amianto. C’erano anche gli aghi di ferro dell’Italsider: noi bambini ci divertivamo a riempire dei sacchi di terriccio e poi a passarci sotto dei magneti per vedere gli aghetti attaccarsi.
Siamo cresciuti con la musica. Le canzoni napoletane risuonavano sul giradischi la domenica pomeriggio, quando venivano le zie. Mio fratello cantava sin dal mattino e io volevo suonare la chitarra. All'epoca, però, al Conservatorio non c'era il diploma per chitarra, così i miei mi iscrissero al Liceo Scientifico.
Scoprii però che potevo frequentare il Conservatorio da uditore e non persi nemmeno una lezione sulle tecniche di direzione d’orchestra. Diventai amico di un custode che voleva diventare paroliere: lo aiutavo con i testi e lui mi facilitava l’ingresso, indicandomi gli orari giusti."
La passione può aprire porte inaspettate e portare lontano.
Giuseppe Vessicchio
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